Il Comune di Casalborgone ha impugnato presso il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio il Decreto Legge n. 4/2015, ovvero i provvedimenti che hanno determinato la nuova imposizione dell’IMU sui terreni agricoli anche per i territori collinari.

In qualità di ente promotore del ricorso, il Comune di Casalborgone ha realizzato una cordata di comuni collinari fra le Provincie di Torino, Asti ed Alessandria che ha raccolto il favore di 16 enti, pari a 24 comuni per un totale di 36.000 abitanti rappresentati.

Si tratta di un’azione politica molto importante per il nostro territorio – spiega il Sindaco Francesco Cavallero – una misura superficiale e iniqua, come l’IMU sui nostri terreni agricoli, non può essere accettata supinamente. I Sindaci sono al servizio dello Stato e dei loro cittadini, ma quando lo Stato si mette contro i cittadini, i Sindaci sanno da che parte stare!

La cordata di ricorrenti, che non ci stanno all’IMU sui terreni agricoli così come è stata disegnata dal Legislatore, è composta dall’Unione Collinare dell’Alto Astigiano (che rappresenta i Comuni di Albugnano, Berzano S. Pietro, Castelnuovo Don Bosco, Capriglio, Cerreto d’Asti, Cortazzone, Montafia, Moransengo e Pino d’Asti) e dal Comune di Aramengo all’interno della Provincia d’Asti, dai Comuni di Gabiano, Mombello Monferrato e Ponzano Monferrato all’interno della Provincia di Alessandria, e dai Comuni di Casalborgone, Cinzano, Sciolze, Rivalba, Marentino, Gassino Torinese, San Raffaele Cimena, Monteu da Po, Castagneto Po e Pecetto Torinese all’interno della Provincia di Torino.

I territori della Collina Torinese e del Monferrato hanno ricevuto, su questa misura sbagliata ed ingiusta, un aumento di carico fiscale enorme, con il rischio di distruggere quelle attività legate al mondo agricolo e forestale che – nonostante la crisi – con grande coraggio cercano di mantenere attivo un territorio.

Il ricorso, primo ed unico in Piemonte ma che va a sommarsi a numerosi già presentati in tutta Italia (in particolar modo nella Regione Lazio), impugna la classificazione dell’ISTAT relativamente al criterio adottato della montanità, oltre che alla competenza in materia del Legislatore invece delle Regioni per la classificazione del territorio: 25 pagine di argomentazioni, stese dagli avvocati Andrea Gandino e Alessandro Paire, che spiegano per filo e per segno le ragioni per le quali la nuova imposta è contraddittoria, illogica, irragionevole e carente di difetti di istruttoria.

Devo ringraziare tutti i Sindaci dei Comuni che hanno aderito, per aver condiviso con noi questa battaglia importante per le nostre comunità e per i nostri cittadini; ma devo soprattutto ringraziare il mio Assessore al Bilancio Fabrizio Conrado, che da subito ha creduto in questo progetto, ha lavorato per arrivare a presentare il ricorso e per condividerlo con il maggior numero possibile di amministrazioni.

Per la discussione del ricorso, è stata richiesta dai ricorrenti la fissazione dell’udienza nella stessa data dei ricorsi pendenti su materia analoga, ovvero il 17 giugno 2015.